Amicus Plato
sed magis amica veritas.
CERVANTES, Don Chisciotte.
Bartlebooth ha elevato il puzzle a enigmatico progetto la cui perfezione è pari alla sua rigorosa gratuità .
La visione viene ricostruita compiutamente dopo che sia stata scomposta.
Il messaggio che ne risulta è unitario, eppure trino come nella santissima concezione trinitaria della chiesa cattolica.
Unitario perché l'oggetto dell'osservazione visiva è sempre identico.
Infatti l'oggetto unico è prima conosciuto nella sua interezza.
Poi se ne percepisce la suddivisione non organizzata nelle varie tessere di un puzzle, ognuna delle quali rappresenta un frammento di un tutto.
Infine la ricostruzione mediante organizzazione delle tessere del puzzle rende all'osservatore l'interezza oggettuale primitiva.
Il riordino delle tessere segna quindi un ritorno all'origine caratterizzato dalla permanenza delle linee di taglio e di incastro, linee armoniose seppure inutili, allo stesso modo della gratuità di tutta l'operazione.
Gratuita dal punto di vista etico e escatologico è qualunque operazione giocata in se stessa, voglio dire autosufficiente quanto a spazio e a background psicologico.
E tale è il gioco quando si gioca con se stessi, come nei solitari o nei puzzles, e non per scommessa o per vincere l'incontro Nespolo, ben prima di Bartlebooth ha scoperto il puzzle come gioco dell'immaginazione, come inventio ludens da cui far discendere la sua arte...
Sarà bene insistere su questa invenzione, perché infiniti sono i pregiudizi fra i quali uno qui particolarmente ci interessa, che cioè il gioco, e quindi anche il gioco dell'immaginazione, sarebbe incompatibile con un lavoro serio, insomma non sarebbe da prendere sul serio. Per fortuna Platone viene incontro a Nespolo quando avverte che gli uomini erroneamente ritengono che la guerra sia una cosa seria: «nella guerra non vi è gioco né educazione, cose che noi consideriamo come le più serie».
Questi videogames di Nespolo rispondono poi al bisogno, in questa epoca dominata dalla informazione ottica, di una visione ludica, come appunto è indicato anche nominalisticamente
Con un vantaggio rispetto ai videogames abituali, che questi sono statici, invitano l'osservatore a contemplarli, ad apprezzarli o respingerli prescindendo dall'uso di manopole, tasti e bottoni per mezzo dei quali metterli in movimento.
Un videogame di Nespolo è una dimostrazione altamente qualificata di futurismo statico: anche qui nel gioco e per gioco viene respinta la folle nevrosi, la mania disumana, l'imbecillità del continuo movimento assurto a sistema di vita.
Quando portai Platone a vedere queste opere, egli ne fu estasiato e vi riconobbe la mirabile sintesi ludico-educativa a cui aveva alluso prima, disprezzando la guerra.
(Testo in catalogo della Mostra Videogiochi & altre cose, Filiale Renault, Roma, dal 14 ottobre al 12 novembre 1984)